Cunego Domenico
Figlio di Antonio, nacque presumibilmente a Verona nel 1724 0 1725, dato che al momento della morte aveva 78 anni (età e nome del padre sono desunti dal Liber mortuorum della parr. di S. Lorenzo in Lucina a Roma, nell'Arch. stor. del Vicariato).Le notizie sulla sua formazione sono poco precise. G. Gori Gandellini (Notizie istoriche degli intagliatori, I, Siena 1771, pp. 393 s.) riporta che fu allievo del pittore Francesco Ferrari; ma è probabile si tratti di un errore, dal momento che finora non si è trovata conferma dell'esistenza a Verona in date possibili di un artista di questo nome. Sempre secondo il Gori Gandellini, il C., dopo una prima attività come pittore, avrebbe preso a interessarsi di incisione verso i 18 anni, copiando da autodidatta stampe correnti sul mercato. La decisione di abbandonare la pittura per dedicarsi esclusivamente alla calcografia sarebbe maturata verso i 21 anni, in seguito all'incarico datogli da Iacopo (Giacomo) Muselli di riprodurre a contorno le monete della propria collezione in tre monumentali volumi di catalogo usciti a Verona nel 1752 con dedica al re di Polonia e con il titolo di Numismata antiqua a Iacobo Musellio collecta et edita. Alcune delle tavole di quest'opera recano la firma dell'incisore Dioniso Valesi, col quale il C. divise il lavoro anche per i successivi volumi delle Antiquitatis reliquiae a marchione Iacobo Musellio collectae (Verona 1756) e Numismata antiqua a Iacobo Musellio recens adquisita (Verona 1760).
Accanto alle tavole del Museo muselliano, pubblicazione che emula il prestigio delle iniziative antiquarie del Maffei e che costituisce forse il maggior titolo di notorietà del C. prima dell'incontro con i fratelli Adam, l'artista lavorò in questo periodo a una rara serie di vedute di Verona su disegno di T. Majeroni (ne sono noti tre fogli: la Madonna di Campagna; Piazza Bra verso via Nuova; il Corso di Porta Nuova), ed alle incisioni su disegni di Francesco Lorenzi per le prime edizioni, nel 1756, dei Baco da seta di Z. Betti, e nel 1758, della Coltivazione del riso di G. B. Spolverini, poemetti didascalici che sono tra i migliori esiti della letteratura veronese del Settecento. Gli si devono inoltre tavole per l'opuscolo di G. B. Martini, Lettera famigliare intorno l'inondazione di Verona ne' primi due giorni di settembre 1757 (cfr. Sinistri-Perini, 1978, pp. 116 s.) e per il volumetto anonimo Nel felicissimo passaggio di S. A. R. Madama Isabella infanta di Spagna... per la città di Mantova; illuminazione del Ghetto degli Ebrei di detta città, stampato a Verona da A. Carattoni nel 1761. Von Heinecken (1790, p. 452) dà notizia di un ritratto di Federico Cristiano di Sassonia disegnato ed inciso dal C. durante un passaggio di questo re per Verona; la stampa è probabilmente da identificare con quella di eguale soggetto inserita nelle prime pagine dei volumi del 1756 e del 1760 curati per il Muselli. Se si eccettuano un S. Tommaso da Villanuova elemosiniere del 1757, da A. Balestra, ed un ritratto di E. Pinto, gran maestro dell'ordine di Malta, del 1754, le restanti incisioni veronesi del C. sono prive di contrassegni di data.
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