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Raccolta miscellanea di due pubblicazioni a stampa: "Storie di Santa Cecila" e "Scudo d'Achille"..
- Numero Scheda
- 00003678
- Ubicazione Corrente
- Palazzo Fraternita dei Laici, Arezzo, Via Vasari, 6
- Appartenenza
- Raccolta: Collezione Bartolini
Proprietario: Fraternita dei Laici, Arezzo
- N. inventario (corrente)
- 2454 (I-XIX)
- Definizione Tipologia
- Raccolta
- Tipologia Specifica dell'oggetto
-
Oggetto Complesso
Posizione:
Quantita':
- Titolo
- Francia/Vita di S. Cecilia/ Scudo d'Achille.
- Iconografia Soggetto:
- Storie di Santa Cecilia 1829; Scudo d'Achille 1841.
- Autori
-
Nini Agostino - incisore
Ferrero Giovanni Francesco - incisore
Canuti Gaetano - incisore
Francia Giacomo - Inventore
Costa Lorenzo - Inventore
Tamaroccio Cesare - Inventore
Chiodarolo Giovanni Maria - Inventore
Aspertini Amico - Inventore
Raibolini Francesco (detto il Francia) - Inventore
Flaxman John - Inventore
Canuti Gaetano - Disegnatore
Canuti Gaetano - Autore
Litografia Danesi - Editore
Bertinazzi Carlo - Editore
- Luogo Edizione
- Bologna
- Datazione
- Inizio XIX secolo - 1° meta' XIX secolo
- Dati Tecnici
- DESCRIZIONE OGGETTO:
Carte: 28 ; misure: 425x295; guardie: iniziale e finale; bianche: assenti; numerazione: assente.
Legatura: data :XIX; coperta: rigida, non piena; materia: piatti in cartone rivestiti da carta colorata tinta (marrone) effetto marmorizzato; dorso ricoperto da tela blu con ornati ed iscrizioni in oro.
CONTIENE:
Due pubblicazioni a stampa:
-La pubblicazione completa (cc. 1-11) a stampa de: “Pitture antiche esistenti nella sopressa Chiesa di S. Cecilia, rappresentanti dieci storie della vita di detta Santa dei celebri Francesco e Giacomo Francia e loro coevi”, Bertinazzi, Bologna, 1829; composta da 10 stampe con storie della vita di S. Cecilia, incise all’acquaforte al tratto (tagliate entro i margini) numerate progressivamente nell’inciso (T. 1°-10°) e con marchio a secco in basso al centro (albero all’interno di scudo sagomato).
-La pubblicazione a stampa (cc. 12-18) completa de: ” Lo scudo d'Achille : secondo la descrizione d'Omero lib. 18. dell'Iliade / Gio. Flaxman scultore inglese ; disegnata incisa e publicata ... da Gio. Francesco Ferrero”, Danesi, Roma, 1841: con 7 litografie (Tav.1-7) con particolari dello scudo d’Achille, e 1 stampa incisa all’acquaforte rifilata ai margini laterali (Tav. 8) rappresentante l’intero scudo ; le tavole sono disposte ciascuna su due fogli e numerate progressivamente nell’inciso (Tav. 1.-8); le Tav. 7-8 presentano un marchio a secco in basso al centro (con le iniziali corsive GF intrecciate).
ISCRIZIONI: Nel dorso, incise in oro: "FRANCIA/VITA DI/ S. CECIL/SCUDO D'ACHILL"; Nel contropiatto superiore, in alto al centro, manoscritta a penna e inchiostro: “Proprietà del/Prof. Salvino Salvini Statuario”.
CARTELLINI: Nel frontespizio (c.1) in basso al centro è stato incollato un cartellino stampato con cornice azzurra: “Dono Salvini”.
TIMBRI:
Timbro "Fraternita dei Laici": 1 nel piatto superiore, in basso a sinistra; 1 nel frontespizio in basso a sinistra; ripetuto 17 volte nel recto delle carte.
FILIGRANE: n. 1; filigrana PIETRO MILIANI FABRIANO (cc. 12-27). - Timbri
-
Fraternita dei Laici
- Filigrane
- vedi dati tecnici.
- Stato di Conservazione
- discreto
Internamente le carte presentano piccole macchie. - Notizie storico Critiche
- La prima pubblicazione rilegata “Pitture antiche esistenti nella sopressa Chiesa di S. Cecilia, rappresentanti dieci storie della vita di detta Santa dei celebri Francesco e Giacomo Francia e loro coevi” è tratta dagli affreschi della Chiesa di S. Cecilia a Bologna il cui primo documento compare nel 1267. Gli affreschi di S. Cecilia furono commissionati da Giovanni II Bentivoglio tra la fine del 1505 e l’inizio del 1506, quando ancora i Bentivoglio regnavano a Bologna. I dieci affreschi, che raffigurano la storia della martire Cecilia, del suo sposo Valeriano e di Tiburzio, fratello di Valeriano, sono disposti sulle pareti laterali in senso antiorario, organizzati in modo che il primo, che è situato sul lato sinistro ed è in prossimità dell'altare, si trovi di fronte all'ultimo. Inizialmente l'incarico di eseguire gli affreschi fu affidato da Giovanni II a Francesco Raibolini, detto il Francia, e a Lorenzo Costa a cui sono rispettivamente attribuiti la prima e la decima scena, raffiguranti “Lo sposalizio di Cecilia e Valeriano” e il “Seppellimento di S. Cecilia”, la seconda e la nona scena, riguardanti la “Conversione di Valeriano” e la “Elemosina di Cecilia”, che furono sicuramente finiti prima del 1506. In seguito i lavori continuarono nonostante l'assenza dei Bentivoglio, grazie soprattutto al contributo di Amico Aspertini al quale sono senza dubbio legate la realizzazione del “Martirio di Valeriano e Tiburzio” e il “Seppellimento di Valeriano e Tiburzio”. Invece i restanti affreschi sono stati eseguiti da altri vari artisti minori, fra cui Cesare Tamaroccio, Giovanni Maria Chiodarolo, Bartolomeo Bagnacavallo e Biagio Pupini. Comunque, pure in queste scene è presente il lavoro, anche se indiretto, dell'Aspertini. Durante il '500 furono realizzati altri affreschi in Santa Cecilia, infatti sulle volte e sulle pareti confinanti con S. Giacomo vi sono tracce di antichi dipinti, opere secondo alcune fonti, dell'Aspertini, del Francia e anche del Cavazzoni, del Passarotti e del Baglioni.
La seconda pubblicazione rilegata “Lo scudo d'Achille : secondo la descrizione d'Omero lib. 18. dell'Iliade / Gio. Flaxman scultore inglese ; disegnata incisa e publicata ... da Gio. Francesco Ferrero”si riferisce allo scudo scolpito da G. Flaxman nel 1818, da quanto emerge dalle iscrizioni contenute nella c. 28: “LO SCUDO D’ACHILLE/Secondo la descrizione d’Omero lib. 18. Dell’Iliade./Quest’opera modellata nel 1818 dal celebre Gio. Flaxman Scultore Inglese, poscia fusa in Oro, esistente in oggi nel tesoro della famiglia Reale d’Inghilterra, fu disegnata, incisa, e pubblicata per la prima volta nel 1841 in Roma da Gio. Ferancesco Ferrero ex Pensionato di S. M. il Re di Sardegna.
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